Maggio 2024, Chiaromonte e le sue Storie dedica il mese ai lavoratori Chiaromontesi

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MUSIC CLUB, la discoteca

Questa che stai per leggere è un esclusiva di
Chiaromonte e le sue Storie





MUSIC CLUB
La discoteca
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Di Arturo De Salvo
e G.D. Amendolara



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Storia inserita in Archivio > Chiaromontesi raccontano





"è stato bellissimo, un emozione indescrivibile"
Arturo De Salvo
cofondatore del MUSIC CLUB




Era il 1976...

Chiaromonte,
Luciano e Arturo sono due ventenni.
Figli di famiglie stimate e di quel 68 e della sua rivoluzione culturale.
Belli, solari, abbigliamento impeccabile, amati e amanti della buona compagnia.
Sono gli anni in cui Chiaromonte subisce la piaga dell’emigrazione di massa verso le città industrializzate.

Luciano, Rocco, Giovanni e Arturo

Arturo e Luciano però sono rivoluzionari e decidono di rimanere, perché amano il loro paese e su di esso puntano per il loro futuro seguendo le orme dei loro padri, l’uno macellaio e l’altro falegname.
Parte della compagnia.
In piedi: Vito Cerabona, Luciano, Mario Martino, Arturo
In ginocchio: Mimmo Vitale,
Giannino Landi, Giovanni Percoco
Insieme a Rocco e Giovanni formano un quartetto inseparabile, appartenente ad una numerosa compagnia che conquista paesi e cuori con il suono dei rombi delle loro bellissime auto e moto sportive, e della chitarra di Luciano che alimenta sia l’allegria che li caratterizza, perché amanti della buona musica, e sia il desiderio di realizzare qualcosa di alternativo per divertirsi e far divertire oltre le solite e classiche serate in casa, in grotta, nei bar o fuori paese. Un posto dove proprio la musica sarebbe stata da appiglio per socializzare.

Vengono chiamati in causa anche i due amici.
Pochi soldi in tasca ma tanta voglia di realizzare.
La fortuna si schiera dalla loro dalla loro parte.
Trovano un locale a titolo gratuito ma solo se lo avessero rimesso a nuovo a loro spese.
Acquistano solo i materiali necessari, ingaggiando un muratore che per saldare i debiti col proprietario lavorerà per loro senza retribuzione, e per risparmiare e velocizzare sui lavori i due lo affiancheranno come manovali che, talmente frettolosi di vedere finito il tutto, spesso e volentieri impasteranno più cemento di quanto potesse servirne al momento, cosi da rimanere ogni sera fino a ora tarda.

La notizia si espande per tutto il paese. 
Una novità accolta più che bene, tanto che la partecipazione di molti meraviglia i quattro amici. 
Da Torino, addirittura, arrivano secchi di colore per ultimare i lavori, e da molti paesani vengono donati gli LP e le piastre per poterli ascoltare.
Anche l’iter delle documentazioni viene ultimato.
Vogliono che sia tutto rigorosamente in regola, perché sognano e guardano avanti… molto avanti.
Per il sostentamento delle spese avviano una campagna tesseramenti.
Sarebbe stato un Club, il MUSIC CLUB, la prima discoteca di Chiaromonte.

Arturo e Luciano in posa per un book fotografico
di Franco Scardaccione

Agosto 1976.

Il giorno dell’apertura ufficiale arriva, ed è il delirio.
Arrivano a decine anche dai paesi limitrofi.
Centinaia le tessere sottoscritte, per soli maggiorenni, mentre ragazzini e ragazzine avrebbero dovuto accontentarsi restando a due passi dall’entrata e sognare di crescere in fretta per poter farne parte.
Luciano e Arturo si occupano della gestione, dell’accoglienza e dell’intrattenimento.
Le ragazze (soprattutto della scuola infermieri presente in paese) attendevano di poter avere la loro attenzione, e quando accadeva, Giovanni alla consolle faceva partire un pezzo dalla lunga durata, spesso dei Pink Floyd, mentre Rocco al banco si occupava della mescita delle bevande.
Tutto si aspettavano ma non il successo che stavano ottenendo e, soprattutto, l’accoglienza di un paese che ancora viveva sotto una mentalità legatissima al passato.
Il MUSIC CLUB diviene praticamente la loro casa, dove passano ogni minuto libero del loro tempo.
Organizzano feste di ogni genere, anzi, è meglio specificare che la dentro è sempre festa.
All’arrivo del capodanno di quell’anno, sempre il 1976, organizzano il veglione. Una serata indimenticabile e finalmente alternativa che scatena la scintilla per muovere i passi successivi per realizzare quei sogni presenti sin dall’apertura.
Il MUSIC CLUB meritava di crescere e diventare una discoteca a tutti gli effetti.
Dedicano tutte le loro attenzioni a quella “creatura”, raccogliendo meritatamente i frutti dei loro sacrifici. Ma la vita, si sa, quando meno te lo aspetti e mostra il suo lato duro e ingiusto.

Luciano
È la notte del 6 febbraio 1977.

Dopo una tranquillissima serata passata insieme, gli amici fanno rientro alle loro case, inconsci che da li a pochi minuti tutto sarebbe cambiato.
La vita di Luciano si spegne improvvisamente a soli 21 anni.
Distrugge dal dolore la famiglia e la compagnia, e colpisce in pieno il paese intero, perché amato da tutti.
Da quel momento nulla fu più come prima.
I tre amici cercano di ricominciare, ma non aveva più senso senza Luciano, loro amico e fratello. Il MUSIC CLUB aveva perduto la sua vera anima, e la sua porta viene chiusa.
Di lì a poco Rocco lascia Chiaromonte.
Arturo e Giovanni restano, divenendo imprenditori di successo, l’uno continuando con la macelleria di famiglia e l’altro nell’edilizia.

Passano pochi anni dalla sua chiusura. 
Un gruppo di ragazzi cerca di ricominciare, di dare nuova vita alla discoteca, ma quel locale aveva perduto i suoi quattro cuori pulsanti, e la sua porta si richiude pochissimo tempo dopo, e per sempre.

È una storia breve quella del MUSIC CLUB, durata nemmeno sette mesi, ma rimasta nel cuore di tutti, e ne abbiamo raccontato affinché quella bellissima compagnia che conquistava i cuori di persone e paesi a suon di chitarre e rombi di motori possa rimanere viva tra queste righe e nel cuore di tutti e di Chiaromonte.


Chiaromontesi ricordano il
MUSIC CLUB

(dai commenti della passata pubblicazione su Facebook)

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Anna Racioppi
Luciano!!! Carissimo amico d'infanzia. Dolore troppo grande e straziante quando successe la tragedia. Il suo ricordo è sempre vivo nel mio cuore


Maria Giovanna Scalera
Io la ricordo bene ,ci sono andata tante volte,all' insaputa dei miei,guai se sapessero,bei tempi lontani, è stato straziante la perdita inaspettata del povero Luciano,


Claudio Ricciardi
nel 1980 l'abbiamo preso noi, io, Mimmo Sergio, Antonio Bottone e rifacemmo la vecchia discoteca, mettemmo qualche cartone di uova rotto sostituendoli, ma anche con noi durò poco forse 6 o 7 mesi, la sera venivano anche da Senise e Francavilla


Giovanni Viola
Bellissimo ricordo !


Giovanni Lauria
Ricordo bene quel periodo, c'ero anch'io a sistemare il locale ,insieme a Luciano Arturo è qualcun'altro che non ricordo ,Luciano amico buono, e leale ,sempre con il sorriso, tanti i ricordi con lui tutti belli, sempre nel mio cuore  


Giuseppe De Noia
Mi ricordo molto bene nel locale dei Leo tutte le domeniche si ballava c'era più affiatamento ci si divertiva moltissimo


Vincenzo Battista
Con Luciano ci frequentavamo seppure più grande di me perché era amico di mio cugino tiruccio mio mito.. ci scambiavano musica.
Il padre era grande amico del mio


Nunzia Palazzo
Anch’io ci sono stata una volta ….per i miei nonni luogo di perdizione ahah


Ulderico Donadio
Essi' lo ricordo anch'io, venivo a Chiaromonte il sabato mattina e me ne andavo il lunedì. Che bei ricordi in quel localino


Aurelio Sassano
Bel ricordo…


Giovanni Percoco
bel ricordo Luciano un grandissimo mio amico un abbraccio forte dovunque tu sei


Angelomauro Calza
Ehhh... Me la ricordo. Con tutti i cartoni delle uova alle pareti



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'Mbærë ch’è nëvëcætë a Pullìnë


La piazza nel 1986.
Archivio fam. Amendolara Franco



di G.D. Amendolara
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Storia inserita in Archivio > Chiaromontesi raccontano



La sirena delle otto spezzava il silenzio.
Qualche minuto dopo Pasquale il banditore avrebbe informato tutti della presenza degli ambulanti sotto il palazzo degli uffici o in piazza, dove ragazze e ragazzi attendevano Mënguccë col pullmino giallo per recarsi alle scuole medie, mentre bambini frettolosi correvano ad acquistare nei negozi o nei bar la merendina per la ricreazione a scuola.
Donna con fascine.
Frame "Chiaromonte un paese dentro di noi"
©RAI
Poca gente in giro.
Trattori, camion, e treruote pronti a scaricare montagne di legna, portata poi a destinazione da decine di cavalli e ciùccë che nel loro tragitto avrebbero lasciato innumerevoli scie dë cacætë che solo una buona pioggia avrebbe cancellato.
Passata la Madonna, passatë u Sandë, passatë a festë alla veramèndë.
O spæsë cu pëmmëdòrë e fìchë misë a sëccǽ non facevano più da decoro, cosi comë o sàrtë dë zafarænë, che con cipolle, aglio e pomodorini, erano stati appesi a nu cëlëræsë o ‘nd’angunu suttænë arravugliætë con dei fogli di giornale che avrebbero trattenuto l’umidità, e ‘ndo mobbuwë sott’oli, sottaceti e buccaccë a fǽ cumbagnìë a ciò che rimaneva del salame e dell’olio.

Era ottobre.
Tempo di vendemmia in quasi tutte le grotte, che se il tempo non glielo avesse permesso, li avresti sentiti lavorare anche fino a notte tarda.
Il mese che dava inizio a quella calma che avrebbe pervaso un paese con ancora vivi i ricordi di un estate bella e rumorosa appena passata.
Buio presto e strade vuote.
Per vedere qualcuno avresti dovuto intossicarti nei bar di Cacchiònë, Donaddìë o Sarubbë ca fussë, dove mentre noi ragazzini facevamo la fila per giocare ai videogame (sperando che il più furbo non avesse la tasca piena di cento lire), gli amori estivi continuavano ai telefoni a gettoni e le urla dei giocatori a carte si confondevano col fumo di quelle maledette sigarette.

La piazza nel 1980.
Frame "Chiaromonte un paese dentro di noi"

©RAI

La domenica, però, era diverso.
Pochi bar aperti.
Al mattino piazza e passeggio colmi di gente, mentre al pomeriggio toccava ai soli ragazzi, soprattutto quelli che in settimana avevano dedicato il loro tempo agli studi, a differenza degli impavidi dello zampillo, sul luogo assenti solo se ci fosse stato un temporale.
Questo era ottobre allë tièmbë mië, gli anni 80.
Il mese della vendemmia, delle castagne, da ‘lliànnë da coglië, dei funghi e di quel primo freddo all’improvviso che avrebbe fatto esclamare “ 'mbærë ch’è nëvëcætë a Pullìnë "