Storie di Copertina

Storie di copertina

Dë stë tièmbë ‘ndi cæsë accëdiènë u puòrchë. Le famiglie radunavano amici, compari e parenti per una festa di buon augurio per quel sacrificio che serviva a sfamarli per un anno intero. “Cu puòrchë cë stæië buònë n’ànnàta sànë” dicevano, con dovuta ragione, perché del maiale non buttavano via niente, nemmeno le ossa da farci la gelatina e, da tradizione, da mettere nel brodo il lunedì di Carnuværë. Puòrchë e Carnuværë viaggiavano tëttùnë, due tradizioni parallele che accompagnavano i giorni dei rigidi inverni di un tempo non tanto lontano. Le famiglie banchettavano, le maschere festose e canterine cu cùpë cùpë bussavano alle loro porte per partecipare o avere qualcosa in dono. “Tènghë na vëgnëcèllë a Sàndë Vìtë, Sàndu Martìnë quànt’è carëcætë” e accummënzævë a fèstë che durava sino al martedì grasso, Carnaluværë, il giorno dell’abbuffata pùrë pi pòvërièllë, perché a quei tempi almeno na puppèttë purë lòrë avièna assaggiæ’.

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Màstrë, sottamàstrë e dëscìbbuwë


Gli antichi mestieri, ormai quasi del tutto perduti,
raccontati da un Chiaromontese nel cuore e nell'anima, Pinuccio Armenti, 
seppur emigrato in Germania da sessant'anni.
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U Mastærë

Cari Compaesani e amici di Chiaromonte.
Dopo avervi parlato di zi Ndonio u Parent, che fu' l'unico fornaciaio che io ricordi, voglio parlarvi di un altro mestiere che non esiste più a Chiaromonte, e precisamente: U Master.
Per i più giovani, quelli che facevano il Basto per gli asini.
Non so di preciso quando ce n’erano al nostro paese.
Ci sono più famiglie a Chiaromonte che di sopranome vengono chiamati i master...


O Furgiærë

Carissimi Compaesani e amici di Chiaromonte.
L'amore e l'affetto che porto al mio paese e, naturalmente a voi Chiaramontesi, è immenso, ed io non mi stancherei mai di nominarlo o di parlarne, anche se ormai sono più di 60 anni che ne son lontano.
Sette anni fa venni l'ultima volta a Chiaromonte, ma purtroppo solo per mezza giornata.
Mentre portavo le mie nipotine a far vedere loro il Monumento...


Màstrë e putèghë. 
I falegnami di una Chiaromonte che non c’è più

Cari Amici e Compaesani.
Oggi vi parlo di un altro mestiere che a Chiaromonte non si usa più: il falegname.
Negli anni 50 e nei principi degli anni 60,finché sono stato a Chiaromonte, erano tanti i falegnami, e tanti che lo volevano diventare.
Ma andiamo con ordine.



O Scarpærë

Cari compaesani,
dopo un po’ di pausa mi piacerebbe continuare a scrivere sui mestieri che ora al nostro paese non esistono più.
Questa volta vorrei scrivere dei calzolai, o Scarper in dialetto.
Vorrei partire da molto lontano, perché è il mestiere che ho vissuto più da vicino.
I miei nonni, che non ho avuto la fortuna di conoscere, erano i fratelli Francesco, detto Ciccillo, e Giuseppe Armenti ed erano Scarper.



I sàrtë

Carissimi compaesani,
dopo una breve pausa estiva voglio parlarvi di un altro mestiere che nel nostro paese non c'è più: Il Sarto.
Chi ha la ottantina come me, o di più, dovrebbe ricordarsi quanti sarti c'erano a Chiaromonte. Non solo sarti ma anche molte sarte.
Ma andiamo con ordine...






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