Maggio 2024, Chiaromonte e le sue Storie dedica il mese ai lavoratori Chiaromontesi

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Il nostro campo da calcio. Parte prima


Squadra di calcio Chiaromontese.


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di Pinuccio Armenti




Cari compaesani,
il calcio a Chiaromonte è stato sempre lo Sport piu' praticato.
Se vi fa piacere vorrei parlarne un pò con voi.
Sicuramente qualcuno della mia eta' si ricorderà dov’era il primo campo sportivo a Chiaromonte. No?
Allora ve lo dico io.
Nel 1950 avevo 6 anni. Il mio primo anno di scuola.
Usciti dalla scuola ci si riuniva davanti al Palazzo di Giura. Allora la strada era tutta libera senza auto parcheggiate e si giocava a calcio.
E il pallone?
A quei tempi chi lo aveva? Nessuno.
Si giocava con na buàtta vacàndë, quelle dei pelati. Poi le nostre mamme o zie (la mia zia Esterina era una brava sarta) ci facevano le palle di pezza.
Non rimbalzavano, però per scartare, oggi si dice dribblare, erano buonissime.
Ci si doveva accontentare.
Problemi di scarpe non ne avevo, perche' attanëmë ièrë scarpærë.
Io però volevo parlarvi del vero campo sportivo dove giocavano i grandi.
Non so di preciso come si chiami la contrada. Forse Gerardo Dragonetti può aiutarvi.
Allora era un pezzo di terreno sotto a Tembë dë l'Anghërë e vicino u pòndë du Zëccawuìë. Se non erro era propietà di Don Filippo De Marco, ma non ne sono sicuro.
A Novembre si arava, a Giugno si mieteva e dopo aver trebbiato si bruciava a rëstùccë. Poi dei volontari muniti di pale, rampini e altri attrezzi cercavano di togliere le pietre più grandi, s'apparavënë i fuòssë più grandi. Si mettevano le porte che qualche falegname regalava alla squadra e dopo si poteva giocare.
Vi ricordate i giocatori di allora? Io qualcuno lo ricordo.
Vediamo un pò…
In porta giocava Peppino Masciarelli. Era un pezzo di giovane quasi 2 metri alto. Abitava alla crùcë.
Poi mi sembra che andò in Polizia.
Poi c'era un altro Peppino Masciarelli, figlio di Concettina a levatrìcë, se non sbaglio erano cugini. Lui era non alto ma ben tarchiato, un vero difensore. Nella vita Geometra.
Poi c'era un certo Don Ciro che non ricordo il cognome. Veniva da Taranto e lavorava all' ufficio Imposte. Anche lui piccoletto ma ben piazzato. La cosa che mi rimase più impressa è che giocava senza scarpe. Solo con due paia di calzettoni.
Centromediano, allora si diceva cosi, erano Don Peppino Dolcetti, Umberto Ferrara, Pinuccio Dursi (Sciambiònë).
Tërùccë da mulënærë, fratello più grande del compianto Falùzzë. Il giudice Scutari non ricordo se giocava, io lo ricordo più come arbitro.
Poi ancora Sestilio Cicale un ala velocissima.
Di sicuro c'era qualche altro ma adesso mi sfugge. Capirete sono passati 72 anni.
Mi ricordo ancora che la porta di sopra era un pò in salita. A volte Umberto Ferrara sferrava certi calcioni sbilenchi che andavano a finire sotto u pòndë du Zëccawuìë. Allora noi bambini dovevamo correre e anche veloci perche ' c'era un solo pallone. Pallone con cicchetto e camera d'aria. Veniva legato cu nu chëriùlë di cuoio che quando facevi una testata ti lasciava un bel segno sulla fronte.
Le squadre che venivano spesso a giocare a Chiaromonte erano Carbone allora molto forte, Cersosimo, Noepoli, San Costantino, Fardella.
Da Luglio a fine Settembre si giocava tutte le Domeniche.
Non ricordo se andavano anche fuori casa.
Io allora abitavo proprio vicino al monumento, quindi con quattro salti arrivavo al campo.
Veniva tanta gente a vedere. Pero' le donne o qualcuno che non aveva voglia di scendere si mettevano nel monumento dietro a Catarìnë e dietro il cipresso avevano una vista meravigliosa.
Per noi bambini la domenica dopo pranzo era una gran festa. Non c'era altro. Ed io già incominciavo a sognare che da grande avrei voluto far parte della squadra del mio Chiaromonte.
La prossima volta vi parlerò del campo da Grùttë dë l'àcquë.

Vi saluto.

Vostro Pinuccio Armenti.



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