Maggio 2024, Chiaromonte e le sue Storie dedica il mese ai lavoratori Chiaromontesi

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Il nostro campo da calcio - parte terza

Prima di cominciare con il terzo racconto, voglio dirvi che ho dimenticato due nomi molto importanti che fecero parte della squadra da Grùttë dë l’acquë e che sono anche sulla fotografia.
Il primo veniva da Fardella e trovò l’amore a Chiaromonte. Sto parlando di Nanà che sposò Ninetta, la sorella di Franchino Ricciardi. Giocava da ala ed era molto veloce, tecnicamente molto bravo. Anche il maestro Paolo Dursi, figlio di Ciccillo il muratore. Un mediano fortissimo. Tecnica discreta, ma l'attaccante avversario nemmeno con un carro armato riusciva a passare. Un vero Mastino da guardia. Mi scuso con tutti voi, ma alla vecchiaia qualcosa ti sfugge sempre.




Di Pinuccio Armenti
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Carissimi compaesani,
per finire la trilogia della storia del Calcio Chiaromontese eccovi l’ultimo capitolo.
Eravamo arrivati alla fine degli anni 50.
Come già detto su per giù,më në væghë all’abbëchë, poteva essere anche l'inizio del 1960.
Il campo Sportivo era adesso allu Sërrònë dove si trova ancora oggi.
Questa volta fù il Comune a decidere.
Allora, per far lavorare un pò la gente, si facevano dei cantieri, cosi, senza bruciare più rëstùccë e grègnë, questo cantiere mise a posto il terreno rendendolo giocabile.
Certo, o pètrë c’erano sèmbë, non come adesso con l’erbetta.
Anche la squadra aveva cambiato parecchi giocatori.
Era la squadra dei fratelli Antonio, Minguccio e a volte Vittorio Picone. Peppino, Eugenio e a vote anche Santino Micele. Ciccillo ed io Pinuccio Armenti. Anche io facevo parte della squadra, all'inizio come riserva, ero ancora troppo giovane, ma poi negli anni successivi punto fermo.
Non ricordo se era il 61 o il 62.
Eugenio Micele stava facendo gli esami per diplomarsi da maestro, proprio nei mesi dove si giocava di più. Eugenio era ed è stato il centravanti più bravo che Chiaromonte abbia avuto. Segnava gol a grappoli.
Quella domenica veniva S. Severino a giocare. Falùzzë Amendolara, che era il capitano, mi venne vicino e mi disse: «Tu oggi fai il centroavanti».
Ed io: «Cosa?»
Io dovevo sostituire Eugenio? Non mi sembrava vero.
Ebbene, quel giorno segnai tre gol. Mio fratello e Giovanni Pozzovivo, che giocavano da ala, oggi si dice esterni, mi fecero dei traversoni che io ho dovuto mettere solo il piede e posare il pallone in rete.
Poi c’era Giovanni Pozzovivo e gli anziani Vittorio Grandinetti, Falùzzë Corradino, Falùzzë da Mulënærë, Vincenzino De Palma, poi venivano due da Francavilla, L' Amico e Brunetta, da Senise un Salvatore Marino.
Mi scuso se dimentico qualcuno.
Ora avevamo anche uno Sponsor, Il comm. Umberto Ferrara.
Aveva messo su una fabbrichetta di bibite: Gassose, Aranciate e Chinotto.
Regalò alla squadra magliette, pantaloncini e calzettoni. Anche problemi di pallone non ce n’erano più.
Magliette gialle con scritta sul petto “Preferite bibite Ferrara”, pantaloncini verdi.
Ora eravamo una squadra presentabile.
Naturalmente nella pausa e alla fine della partita si bevevano bibite Ferrara, per noi giocatori gratis.
Ora si giocava in e fuori casa, la gente veniva e si divertiva.
Vincevamo spesso e il tifo diventava sempre più acceso.
A Calvera andavamo spesso, anche perchè lì abitava Gaetano Mazzilli, nostro paesano, ed era sempre contento di vederci.
Mi ricordo una partita…
Nella squadra questa volta c’era anche Falùzzo Di Serio. Sferrò una puntata da 30 metri e finì all' incrocio dei pali. Un gol meraviglioso.
Noi tutti gridammo “gol, gol”. Lui ci guardò stupito e disse: «Vi e' piaciuto?»
In verità lui era senza occhiali e non aveva visto niente.
Davide Cicale era il nostro autista. Lui aveva un 1.100 nero bellissimo e ci stavamo tutti. Ognuno di noi pagava un paio di cento lire. Chi ne aveva di più ne metteva di più.
Una volta andammo a quel Paese (Colobraro), Davide non c’era e ci accompagnò Pasqualino Dursi (Sciambiònë) con il furgone di suo fratello Peppino. Quindi potete immaginare, senza sedili, seduti o sdraiati nel furgone.
A metà gara, dopo una decisione arbitraria, scoppiò una rissa che degenerò.
Noi pieni di paura scappammo verso il furgone che non trovammo, allora corremmo chillë costë a pënnìnë fino al bivio Cozzo di Tonno. Lì trovammo il furgone che ci aspettava.
Pasqualino ebbe paura dei Carabinieri. Meno male che ci eravamo spogliati nel furgone, cosi avevamo tutta la roba.
Potrei raccontarvi ancora tanti altri fattarielli, però forse poi diventerei noioso.
Voglio ricordare solo il caro Maestro Alfredo Tallarico, che tutte le domenica faceva l'arbitro. Poveretto quanti insulti e parolacce doveva sopportare.
L'ultima cosa che voglio scrivere è una cosa che mi è successa poco tempo fà e che mi ha fatto tanto piacere. Una signora o signorina che io non conosco, perché non la ricordo, naturalmente di Chiaromonte, su Facebook. mi scrisse che lei aveva una decina d’anni e si ricordava di me, perchè io allora ero un personaggio. Ridendo gli ho risposto di non esagerare.
Io ero solo un ragazzo a cui piaceva giocare a Pallone e niente di più.

Un abbraccio a tutti voi.

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