Di Pinuccio Armenti
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Ho letto con molto interesse la storia della discoteca negli anni70 a Chiaromonte che poi ,ahimè, non finì tanto bene.
Ho letto anche il racconto di Peppe Crescente, con il ballo in casa tra amici che poi finì con insulti e parolacce e che anche il prete ci mise la sua benedizione sgridando tutti.
Vi sembrerà banale ma, vent’anni prima era tutta un altra musica, nel vero senso della parola.
Adesso vi racconto io la mia storia, scusatemi, la nostra storia.
Siamo nella metà degli anni50.
Ciccillo u portalettere con la moglie Rosetta |
Era arrivata da poco la televisione, ma non tutti potevano permettersi questo lusso e non si poteva sempre andare a rompere le scatole la sera a quei pochi che l'avevano.
Dovevamo cercare il modo di passare le lunghe serate invernali senza perderci nell'ozio.
Non ricordo di chi fu l'idea.
In quel periodo Ciccillo Ricciardi detto "quattbott " fratello di Giovanni u portalettere aveva comprato un giradischi moderno. Non bisognava più girare la manovella, ma andava con la corrente. Ciccillo allora faceva l'imbianchino, poi prese il posto del fratello portalettere.
Quei pochi soldi che guadagnava li investiva a comprare dischi . Ballabili e anche molte canzoni nuove di quell'epoca.
Io già andavo allu mastro da Umberto Landi. Proprio li girava una voce, sotto sotto, che si stava organizzando una serata di ballo tra amici alla ches di zia Maria a Carvuner moglie di Giuann u portalettere.
Umberto Landi nella sua prima botteghina |
Le famiglie che stavano meglio, e ce n’erano parecchie, erano molto buone e caritatevoli. Non voglio fare nomi ,ma per le famiglie povere, avevano sempre qualcosa da dare.
Forse sono uscito un pò fuori tema, ma questa cosa la dovevo scrivere, per far capire che allora eravamo più uniti e ci si voleva più bene.
Tornando alla serata di ballo, non ricordo che mese era, pero' ricordo che faceva molto freddo.
Giuann u portalettere e sua moglie Maria a carvunar |
Eravamo una quindicina di persone. Non solo giovani, anche i genitori delle ragazze erano presenti. Ndu fuculer c'era nu bell cippon che ogni tanto scoppiettava. Paria ca pur ill si priev di vedè tanta gente bell'allegra. Na sciangarell di viscuott di Latronico, nu bicchirucc di vino di Ciccillo u parente, nu pere di marzucchell, valzer e va ca viene, si fece mezzanotte passet.
Papà mio non disse niente perché io ero cu mastro mio.
Fu l'inizio di una lunga serie.
Piano piano si sparse la voce e si ballava adesso in diverse case. Nda Caserma vecchia, alla Temba, allu Timbone, alla Cruce e ndu Purtiell.
U prevte jer cuiet e non dicie niente, anche perchè io ero il suo Sacrestano.
Passammo tutto l'inverno e Carvuner sempre ballando.
Io avevo imparato bene a ballare. Il mio ballo preferito era la Mazurka.
Ogni tanto la corrente di Latronico ci faceva qualche brutto scherzo. Un colpo di vento o un pò di neve sui fili se ne andava e ci lasciava al buio.
Le mamme delle ragazze gridavano : ue guagliù tinit o men allu posto loro. Ma noi allora non eravamo ancora cosi vizius.
Luigi u parent |
E poi c'era a vamb du cippon. Dopo 5 minuti la stanza era piena di cirogini. A volte la corrente tornava subito, a volte mancava per qualche ora.
Nessuno si perdeva d'animo. U parent pigliava l'organetto, oppure Ndonio Miraglia detto "sturlin " con la fisarmonica o Vicinzino Mele detto "CARDRLLO". Si rimediava sempre.
A volte si ballava con musica live.
A Chiaromonte c'erano un sacco di suonatori. Battista Misciarul era il piu' bravo, beh lui suonava a musica, però era un pò difficile averlo per queste serate . Lui era più per Sposalizi.
Però a volte ci accontentava.
Mincuccio u Parente, Luigi u Parente e gli altri due nominati prima. Anche io avevo incominciato a suonare la chitarra ma ero ancora alle prime armi. Mi piaceva più ballare. Anche perché incominciavano a nascere i primi amori.
Amore, che parola grande.
Allora ci bastava un bel sorriso e già eravamo al settimo cielo.
Queste serate durarono parecchi anni. Si partiva dalla fine Novembre fino a dopo Carnevale.
Cari Chiaromontesi, vi posso assicurare che chi ha vissuto questi anni nel nostro paesino non li avrà dimenticati. Io posso dirvi che sono stati gli anni più belli fino ai diciotto anni della mia vita. Poi il destino ha voluto che andassi via dal mio amato paesino sul cucuzzolo della collina.
Eravamo poveri ma felici.
Alla prossima