Di Pinuccio Armenti
nota: in questa storia non ho apportato alcuna correzione nelle parole in dialetto.
Pinuccio manca dal paese da sessant'anni, e desidero che tutti voi siate testimoni del suo amore immutato verso il nostro paese, il più bello del mondo.
U Parent con la famiglia. Il primo a sinistra. |
Carissimi compaesani e amici di Chiaromonte.
Questa volta vorrei parlarvi di una persona a me molto cara. Certo, non ha fatto la storia di Chiaromonte, però è rimasta nella memoria di molti Chiramontesi.
Si tratta di zi Ndonio u Parent.
Io ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia povera, ma molto allegra.
Educata verso il prossimo e allo stesso tempo molto giuliva.
Mia nonna, Maria De Salvo, chiamata da tutti i paesani zia Mariuccia, era molto benvoluta.
Era una persona buona come il pane e cosi educata che a noi nipoti ci parlava dandoci del " signiria". Quando veniva o andava da qualcuno bussava alla porta e chiedevano o chiedevamo : " chi è? Lei rispondeva : una serva . Pensate che umilta'.
Ebbene la mia nonna aveva 3 fratelli, Antonio, Pietro e Giovanni ed una sorella Rosina anche lei buonissima di animo sposata con Giovanni Cafarell .
Loro faceveno i furese a Don Fabio alla Massaria dei Dolcetti.
Però io voglio parlare dei fratelli Zi Ndonio u parent.
Io lo ricordo, avevo 3 anni e ho avuto la fortuna di vivere con lui fino a quando avevo 13, 14 anni.
Lui a aveva già una 70ina di anni.
Non tanto alto, magro, ma muscoloso. Il suo viso già segnato da tante rughe, un bel paia di baffi ndurciglietcome si usavano allora. Sotto quei baffi un sorriso sornione quasi fissiatore.
Abitava alla Chiusa, una contrada di campagna più sotto di Sant Uopo.
Li aveva una casetta e il suo lavoro. Lui faceva il Fornaciaro. Non so se in italiano si dica cosi. Lui faceva mattoni di creta, di tanti tipi e grandezze.
La sua specialità erano l'ermici per le case du pais nuost.
Io ricordo, avevo un 10ina di anni andavamo spesso alla Chiusa dove anche la nonna aveva nu casiniell. Non era grande, ma ci si poteva dormire. C'era un lettone dove potevano dormire 4,5 persone. Materasso? No ,nu saccon imbottito di paglia. Ohh !!! Come si durmie bell.
Il giorno andavamo per la campagna cercando ramaglie, piezz di legune per poter fare il fuoco pe fuche'.
A volte u zie mi faceva provare con la creta a fare dei mattoni.
Per lavarci ci buttavamo nella piscina. Poi la sera era bellissima. Si mangiava fuori nell'Aia.
Lo zio beveva volentieri nu bicchirucc di vino, poi pigliava l'organetto e allietava la serata con tarantelle e muntagnole sotto un cielo splendido ricoperto di stelle, e la luna piena era la nostra luce.
Quando veniva al paese era una festa. Tutta la gente che incontrava lo salutavano: buongiorno Pare'.
Lui era il parente di tutti. Tutti lo volevano bene.
Ormai aveva superato gli 80 anni.
I suoi passi si erano appesantiti.
Un giorno eravamo seduti vicino e lui mi disse una cosa che non ho mai dimenticato. Con voce un pò tremante mi disse: "Niputie' ti voglio dici na cose, quann e' gi muort i christien dirann: O cazz e' muort u parent”. E cosi' fu, 3 o 4 mesi dopo mori.
Ndu pais s'avie spars a voce. E come la voce passava da l'uno a l'altro dicevano: " Oh cazz!! E' muort u parent”.
Certo questa non e' proprio storia di Chiaromonte, ma una persona cosi non si dimentica facilmente .
Ora la famiglia di parenti e' quasi finita.
Un paia di nipoti ci sono ancora.
A Chiaromonte si ricorderanno sempre da famiglie du Parent.