di G.D. Amendolara
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Storia inserita in archivio > Storia Politica
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Questa che state per leggere, è un esclusiva di
Chiaromonte e le sue Storie
Chiaromonte, 1860 |
Chiaromonte, 1808.
Abbandonato ormai a se stesso, il paese pativa uno dei peggiori periodi della sua storia.
A caratterizzare ciò che rimaneva dell’antica e fiorente contea, degrado e povertà quasi assoluta.
Questo si ritrovò a fronteggiare Giambattista Virgallito, primo sindaco voluto dal nuovo sistema napoleonico che sostituì il “sistema feudale” con quello politico, e che diede alle famiglie illustri la possibilità di supportare a pieno l’attività amministrativa di Chiaromonte.
Nonostante le difficoltà riscontrate, Virgallito amministrò diverse volte, e da sindaco, a giovane età, si spense nel 1834.
Nel contempo si alternarono altri nomi legati alle famiglie Ricci, Grandinetti, Allegretti e Caprarulo, ma a contraddistinguersi tra tutte furono i Leo che, presenti in ogni istituzione, apportarono i primi cambiamenti significativi per il nostro paese e non solo, in quanto Eduardo e Francesco ricoprirono per molti anni anche la carica di consigliere provinciale.
Abbandonato ormai a se stesso, il paese pativa uno dei peggiori periodi della sua storia.
A caratterizzare ciò che rimaneva dell’antica e fiorente contea, degrado e povertà quasi assoluta.
Questo si ritrovò a fronteggiare Giambattista Virgallito, primo sindaco voluto dal nuovo sistema napoleonico che sostituì il “sistema feudale” con quello politico, e che diede alle famiglie illustri la possibilità di supportare a pieno l’attività amministrativa di Chiaromonte.
Nonostante le difficoltà riscontrate, Virgallito amministrò diverse volte, e da sindaco, a giovane età, si spense nel 1834.
Nel contempo si alternarono altri nomi legati alle famiglie Ricci, Grandinetti, Allegretti e Caprarulo, ma a contraddistinguersi tra tutte furono i Leo che, presenti in ogni istituzione, apportarono i primi cambiamenti significativi per il nostro paese e non solo, in quanto Eduardo e Francesco ricoprirono per molti anni anche la carica di consigliere provinciale.
I Leo che amministrarono Chiaromonte. Da sinistra, Emmanuele (4), Francesco (2), Umberto (3). Il primo eletto della famiglia fu Francesco Prospero che ricoprì la carica una sola volta |
La prima metà dell'800 e i primi anni della seconda metà si presentarono difficili da gestire.
Oltre le due disastrosi cause citate, rivoluzioni, ribellioni e brigantaggio diedero non poco filo da torcere agli amministratori e alle forze armate, senza dimenticare la grande ondata migratoria verso le Americhe.
Chiaromonte, però, dimostrò grande forza d’animo e spirito combattivo e, in un meridione sofferente, con grande sforzo mantenne la testa alta nonostante i tremendi colpi subiti dal tempo che pareva remargli continuamente contro.
Palazzo Guarino, casa Comunale sino alla costruzione del Palazzo degli Uffici |
Proprio la seconda metà del XIX secolo vide approdare in politica un altra grande famiglia: gli Spaltro.
Da sempre dalla parte del popolo e dei deboli, scesero in campo per dare apertamente il loro supporto alla comunità e, con l’elezione a Sindaco di Luigi, rivoluzionarono la politica Chiaromontese.
In lotta contro i Leo e i loro alleati, aderirono al Partito Socialista Italiano guidato da Umberto Allegretti che, dopo due sconfitte alle comunali, cedette il posto proprio ad uno Spaltro, Vincenzo, figlio di Luigi, che nel 1905, vinte le elezioni contro il sindaco uscente Grandinetti, diede inizio al nuovo secolo e alla prima epoca socialista di Chiaromonte.
Ingaggiarono sin da subito aspre battaglie contro le istituzioni, dalla Provincia al Regno d’Italia, che accrebbero in loro la fiducia della popolazione.
Enrico Breglia, sindaco dal 1907 al 1923 |
L’avvento del fascismo e l’inizio del ventennio causarono anche a Chiaromonte lo scioglimento dei partiti e la chiusura dei loro circoli.
Nonostante ciò, socialisti, liberali e popolari, seppur orfani di tanti loro uomini, continuarono in gran segreto a combattere la “gente nera” confluendo nel partito lucano d’azione, prima, e tra i partigiani poi.
La popolazione non accettò sin da subito il fascismo, tantomeno le sue leggi e i suoi adepti che, costretti dalle continue dimissioni dei podestà paesani, ricorsero a vari commissariamenti e anche alla scelta di nomi esterni.
Fascisti in Piazza Garibaldi |
Il paese cadde in un periodo di stallo ma, con la fine della guerra, come se nulla fosse, si tornò alla normalità più veloce del previsto.
Francesco De Nigris venne proclamato primo sindaco del secondo dopoguerra grazie soprattutto alla sua lotta al fascismo, ma, pur essendo socialista, nulla poté contro una nuova forza politica che si rilevò più forte del previsto.
I Liberali guidati da Arturo Costanza raccolsero così tanti consensi che al referendum costituzionale del 2 giugno 1946 avvenne questo:
Referendum sulla riforma istituzionale dello Stato
02 giugno 1946
Elettori 2997
Votanti 2483
Schede valide 2244
Schede bianche 162
Schede non valide 239
Repubblica 425 voti
Monarchia 1819 voti
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Di seguito i nomi di alcuni di loro.
Domenico Grezzi
Deodato Leo
Eduardo Leo
Giuseppe Di Giura
Giosuè Di Giura
Domenico Di Giura
Carlo Vicario
Gioacchino Labollita
Attilio Spaltro
Continua...
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