Ottobre 2024 mese dedicato a Zë Giuànnë “u ‘Mbrònë” Cuccarese

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Il nostro campo da calcio - parte terza

Prima di cominciare con il terzo racconto, voglio dirvi che ho dimenticato due nomi molto importanti che fecero parte della squadra da Grùttë dë l’acquë e che sono anche sulla fotografia.
Il primo veniva da Fardella e trovò l’amore a Chiaromonte. Sto parlando di Nanà che sposò Ninetta, la sorella di Franchino Ricciardi. Giocava da ala ed era molto veloce, tecnicamente molto bravo. Anche il maestro Paolo Dursi, figlio di Ciccillo il muratore. Un mediano fortissimo. Tecnica discreta, ma l'attaccante avversario nemmeno con un carro armato riusciva a passare. Un vero Mastino da guardia. Mi scuso con tutti voi, ma alla vecchiaia qualcosa ti sfugge sempre.




Di Pinuccio Armenti
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Carissimi compaesani,
per finire la trilogia della storia del Calcio Chiaromontese eccovi l’ultimo capitolo.
Eravamo arrivati alla fine degli anni 50.
Come già detto su per giù,më në væghë all’abbëchë, poteva essere anche l'inizio del 1960.
Il campo Sportivo era adesso allu Sërrònë dove si trova ancora oggi.
Questa volta fù il Comune a decidere.
Allora, per far lavorare un pò la gente, si facevano dei cantieri, cosi, senza bruciare più rëstùccë e grègnë, questo cantiere mise a posto il terreno rendendolo giocabile.
Certo, o pètrë c’erano sèmbë, non come adesso con l’erbetta.
Anche la squadra aveva cambiato parecchi giocatori.
Era la squadra dei fratelli Antonio, Minguccio e a volte Vittorio Picone. Peppino, Eugenio e a vote anche Santino Micele. Ciccillo ed io Pinuccio Armenti. Anche io facevo parte della squadra, all'inizio come riserva, ero ancora troppo giovane, ma poi negli anni successivi punto fermo.
Non ricordo se era il 61 o il 62.
Eugenio Micele stava facendo gli esami per diplomarsi da maestro, proprio nei mesi dove si giocava di più. Eugenio era ed è stato il centravanti più bravo che Chiaromonte abbia avuto. Segnava gol a grappoli.
Quella domenica veniva S. Severino a giocare. Falùzzë Amendolara, che era il capitano, mi venne vicino e mi disse: «Tu oggi fai il centroavanti».
Ed io: «Cosa?»
Io dovevo sostituire Eugenio? Non mi sembrava vero.
Ebbene, quel giorno segnai tre gol. Mio fratello e Giovanni Pozzovivo, che giocavano da ala, oggi si dice esterni, mi fecero dei traversoni che io ho dovuto mettere solo il piede e posare il pallone in rete.
Poi c’era Giovanni Pozzovivo e gli anziani Vittorio Grandinetti, Falùzzë Corradino, Falùzzë da Mulënærë, Vincenzino De Palma, poi venivano due da Francavilla, L' Amico e Brunetta, da Senise un Salvatore Marino.
Mi scuso se dimentico qualcuno.
Ora avevamo anche uno Sponsor, Il comm. Umberto Ferrara.
Aveva messo su una fabbrichetta di bibite: Gassose, Aranciate e Chinotto.
Regalò alla squadra magliette, pantaloncini e calzettoni. Anche problemi di pallone non ce n’erano più.
Magliette gialle con scritta sul petto “Preferite bibite Ferrara”, pantaloncini verdi.
Ora eravamo una squadra presentabile.
Naturalmente nella pausa e alla fine della partita si bevevano bibite Ferrara, per noi giocatori gratis.
Ora si giocava in e fuori casa, la gente veniva e si divertiva.
Vincevamo spesso e il tifo diventava sempre più acceso.
A Calvera andavamo spesso, anche perchè lì abitava Gaetano Mazzilli, nostro paesano, ed era sempre contento di vederci.
Mi ricordo una partita…
Nella squadra questa volta c’era anche Falùzzo Di Serio. Sferrò una puntata da 30 metri e finì all' incrocio dei pali. Un gol meraviglioso.
Noi tutti gridammo “gol, gol”. Lui ci guardò stupito e disse: «Vi e' piaciuto?»
In verità lui era senza occhiali e non aveva visto niente.
Davide Cicale era il nostro autista. Lui aveva un 1.100 nero bellissimo e ci stavamo tutti. Ognuno di noi pagava un paio di cento lire. Chi ne aveva di più ne metteva di più.
Una volta andammo a quel Paese (Colobraro), Davide non c’era e ci accompagnò Pasqualino Dursi (Sciambiònë) con il furgone di suo fratello Peppino. Quindi potete immaginare, senza sedili, seduti o sdraiati nel furgone.
A metà gara, dopo una decisione arbitraria, scoppiò una rissa che degenerò.
Noi pieni di paura scappammo verso il furgone che non trovammo, allora corremmo chillë costë a pënnìnë fino al bivio Cozzo di Tonno. Lì trovammo il furgone che ci aspettava.
Pasqualino ebbe paura dei Carabinieri. Meno male che ci eravamo spogliati nel furgone, cosi avevamo tutta la roba.
Potrei raccontarvi ancora tanti altri fattarielli, però forse poi diventerei noioso.
Voglio ricordare solo il caro Maestro Alfredo Tallarico, che tutte le domenica faceva l'arbitro. Poveretto quanti insulti e parolacce doveva sopportare.
L'ultima cosa che voglio scrivere è una cosa che mi è successa poco tempo fà e che mi ha fatto tanto piacere. Una signora o signorina che io non conosco, perché non la ricordo, naturalmente di Chiaromonte, su Facebook. mi scrisse che lei aveva una decina d’anni e si ricordava di me, perchè io allora ero un personaggio. Ridendo gli ho risposto di non esagerare.
Io ero solo un ragazzo a cui piaceva giocare a Pallone e niente di più.

Un abbraccio a tutti voi.

Il nostro campo da calcio - parte seconda

 

La squadra della quale Pinuccio racconta.
Foto di Giovanni Chiorazzi

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di Pinuccio Armenti



Cari compaesani,
verso la metà degli anni 50 ci fù una vera rivoluzione nel calcio Chiaramontese: un nuovo campo sportivo e tutta una nuova squadra. 
Dovete scusarmi se non mi ricordo la data esatta. Io non sono il maestro Percoco, lui aveva documenti, certificati che attestavano tutto con precisione. Il mio è solo un ricordo.
Il campo sportivo fu spostato alla Grùttë dë l'acquë. La proprietà del terreno non ricordo di chi era.
La procedura era la stessa.
A Giugno, dopo la mietitura, i soliti volontari si apprestavano a bruciare a rëstuccë e poi, con rampini, pale, ecc... si cercava di farlo diventare praticabile.
Un ricordo non tanto bello ve lo debbo raccontare.
Un anno, per la fretta e la voglia di giocare, mettemmo fuoco alla rëstuccë. Non ci accorgemmo che c'erano ancora i grègnë, e cosi bruciammo quasi tutto il raccolto.
Non vi dico quello che successe dopo.
Non abbiamo dovuto pagare niente anche perché i soldi chi li aveva. 
La squadra cambiò totalmente.Tutti o quasi giovani. 
Portieri in abbondanza. Prospero Donadio era di un eleganza straordinaria. Tenuta nera, ginocchiere, guanti e berretto come i portieri inglesi. Abbastanza bravo. 
Qualche partita la fece anche Antonio Crescente (Scëpparièllë) papà del nostro caro Peppino. Poi emigrò in Francia.
E naturalmente, allora giovanissimo, Falùzzë Corradino. Quello che restò più a lungo. Anche io giocai con lui.
Poi terzini Giannino Damiano, Antonio Picone, Ciccillo Caprarulo, che poi andò in Sud America.
Mediani Vincenzino De Palma, il migliore di tutti i tempi Falùzzë da Mulënærë, anche lui grandissimo, Vittorio Grandinetti.
L'attacco: Vitino Vitale (pìnghënièllë). 
Mi ricordo che una volta dimenticò i pantaloni corti e giocò in mutandina. Il guaio fu' che davanti aveva un apertura e correndo si aprì e uscì qualcosa che non doveva.
Gli spettatori tutti ad applaudire. 
Incominciò ad arrivare anche qualche forestiero, per esempio un certo Lupia Giuseppe di Senise, barbiere, amico di Giovanni Chiorazzi, il parrucchiere. E poi Chelino u nucëllærë. Segnava due gol a partita. Era un idolo, e pure lui di Senise. Indimenticabile.
Intanto cominciavano ad arrivare Giovanni Pozzovivo, mio fratello Ciccillo Armenti, Attilio Murro e qualche altro.
Una bella squadra vincente. 
Un altro aneddoto ve lo racconto e poi finisco.
Ora la squadra aveva un sacco di giocatori e tutti volevano giocare.
Una domenica si doveva giocare.
La formazione era già pronta. Qualcuno degli esclusi ci rimase così male che la notte si alzò, andò al campo e fece una porta a pezzi, cosi la Domenica non si poté giocare. 
Vendetta alla Chiaramontese. 
La prossima volta vi racconterò la storia dei miei tempi.


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Il nostro campo da calcio. Parte prima


Squadra di calcio Chiaromontese.


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di Pinuccio Armenti




Cari compaesani,
il calcio a Chiaromonte è stato sempre lo Sport piu' praticato.
Se vi fa piacere vorrei parlarne un pò con voi.
Sicuramente qualcuno della mia eta' si ricorderà dov’era il primo campo sportivo a Chiaromonte. No?
Allora ve lo dico io.
Nel 1950 avevo 6 anni. Il mio primo anno di scuola.
Usciti dalla scuola ci si riuniva davanti al Palazzo di Giura. Allora la strada era tutta libera senza auto parcheggiate e si giocava a calcio.
E il pallone?
A quei tempi chi lo aveva? Nessuno.
Si giocava con na buàtta vacàndë, quelle dei pelati. Poi le nostre mamme o zie (la mia zia Esterina era una brava sarta) ci facevano le palle di pezza.
Non rimbalzavano, però per scartare, oggi si dice dribblare, erano buonissime.
Ci si doveva accontentare.
Problemi di scarpe non ne avevo, perche' attanëmë ièrë scarpærë.
Io però volevo parlarvi del vero campo sportivo dove giocavano i grandi.
Non so di preciso come si chiami la contrada. Forse Gerardo Dragonetti può aiutarvi.
Allora era un pezzo di terreno sotto a Tembë dë l'Anghërë e vicino u pòndë du Zëccawuìë. Se non erro era propietà di Don Filippo De Marco, ma non ne sono sicuro.
A Novembre si arava, a Giugno si mieteva e dopo aver trebbiato si bruciava a rëstùccë. Poi dei volontari muniti di pale, rampini e altri attrezzi cercavano di togliere le pietre più grandi, s'apparavënë i fuòssë più grandi. Si mettevano le porte che qualche falegname regalava alla squadra e dopo si poteva giocare.
Vi ricordate i giocatori di allora? Io qualcuno lo ricordo.
Vediamo un pò…
In porta giocava Peppino Masciarelli. Era un pezzo di giovane quasi 2 metri alto. Abitava alla crùcë.
Poi mi sembra che andò in Polizia.
Poi c'era un altro Peppino Masciarelli, figlio di Concettina a levatrìcë, se non sbaglio erano cugini. Lui era non alto ma ben tarchiato, un vero difensore. Nella vita Geometra.
Poi c'era un certo Don Ciro che non ricordo il cognome. Veniva da Taranto e lavorava all' ufficio Imposte. Anche lui piccoletto ma ben piazzato. La cosa che mi rimase più impressa è che giocava senza scarpe. Solo con due paia di calzettoni.
Centromediano, allora si diceva cosi, erano Don Peppino Dolcetti, Umberto Ferrara, Pinuccio Dursi (Sciambiònë).
Tërùccë da mulënærë, fratello più grande del compianto Falùzzë. Il giudice Scutari non ricordo se giocava, io lo ricordo più come arbitro.
Poi ancora Sestilio Cicale un ala velocissima.
Di sicuro c'era qualche altro ma adesso mi sfugge. Capirete sono passati 72 anni.
Mi ricordo ancora che la porta di sopra era un pò in salita. A volte Umberto Ferrara sferrava certi calcioni sbilenchi che andavano a finire sotto u pòndë du Zëccawuìë. Allora noi bambini dovevamo correre e anche veloci perche ' c'era un solo pallone. Pallone con cicchetto e camera d'aria. Veniva legato cu nu chëriùlë di cuoio che quando facevi una testata ti lasciava un bel segno sulla fronte.
Le squadre che venivano spesso a giocare a Chiaromonte erano Carbone allora molto forte, Cersosimo, Noepoli, San Costantino, Fardella.
Da Luglio a fine Settembre si giocava tutte le Domeniche.
Non ricordo se andavano anche fuori casa.
Io allora abitavo proprio vicino al monumento, quindi con quattro salti arrivavo al campo.
Veniva tanta gente a vedere. Pero' le donne o qualcuno che non aveva voglia di scendere si mettevano nel monumento dietro a Catarìnë e dietro il cipresso avevano una vista meravigliosa.
Per noi bambini la domenica dopo pranzo era una gran festa. Non c'era altro. Ed io già incominciavo a sognare che da grande avrei voluto far parte della squadra del mio Chiaromonte.
La prossima volta vi parlerò del campo da Grùttë dë l'àcquë.

Vi saluto.

Vostro Pinuccio Armenti.