Maggio 2024, Chiaromonte e le sue Storie dedica il mese ai lavoratori Chiaromontesi

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U viërnëdì Sàndë

Gesù morto. Statua degli inizi del XX sec.
Chiesa San Tommaso - Chiaromonte
Foto: Ministero Beni Culturali



Di Pinuccio Armenti

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Pochi giorni fa mi soffermai a parlare di quando in una delle processioni del venerdì Santo, furono fatti uscire due statue del Cristo morto, che alla fine sarebbe toccato alla chiesa di San Tommaso, ma per dispute storiche, anche San Giovanni portò il suo, oltre che la statua dell’Addolorata.
Ovviamente, non mi soffermo nel fare i nomi dei parroci, anche perché conoscete la storia e anche i diretti interessati, e questa accadde quando ero già in Germania.
Ai miei tempi si viveva in grande armonia i giorni della settimana Santa.
Il venerdi Santo la Chiesa Cattolica copre tutte le rappresentazioni grafiche e scultoree del Cristo con un velo viola come segno di lutto, ed anche a Chiaromonte era cosi.
Noi chierichetti, subito dopo pranzo, ci radunavamo in chiesa, e tutti muniti di na tròccuwë.
Quella della parrocchia era lunga almeno 80 cm. Aveva ad ambo i lati delle specie di maniglie in metallo che come le muovevi usciva un rumore fortissimo, ed infatti, per suonarla, bisognava essere in due.
Le tròccuwë rimpiazzavano le campane che sin dal giovedì sera erano state messe al silenzio in segno di lutto.
E allora si cominciava.
Si partiva da San Tommaso, e io appartenevo alla sua chiesa, e si passava pu tëmbònë, a chiazzòllë, alla tèmbë fino sopra u mùrë da pòrtë, nàndë a putèghë dë màstë Luiggë Mustàzzë.
Se non ricordo male, anche la vecchia caserma apparteneva a San Tommaso.
I chierichetti di San Giovanni, nel mentre, facevano i loro vicinati.
E ca tròccuwë ca sunævë, almeno per un paio d'ore, urlavamo come quando si buttava il bando:

“Allë cìnghë tuttë alla prëcëssiònë”.

Poi si tornava in chiesa dove il prete, buonanima, ci faceva trovare delle gazzose e delle aranciate della ditta Ferrara, cosi da poterci dissetare.
Dissetati e con sudore asciutto, eravamo pronti per vestirci.
Sottana, cotta e berretta.
Assummëgliæmmë a tandë prëvëtìcchië, e a dire la verità, n’avandàmmë nu picchë.
Iniziarono cosi le preghiere dinnanzi al Cristo morto, e dopo una mezzoretta circa, finalmente partiva la processione.
Noi chierichetti avanti.
Dopo di noi gli uomini che portavano a spalla la statua, e a seguire il prete e le pie donne, che in chiaromontese chiamiamo o pëzòchë, e a seguire tutti gli altri.
Si pregava e cantava fino all’arrivo al Calvario, dove ci si incontrava con gli altri, quelli della chiesa di San Giovanni che portavano in processione la statua della Madonna Addolorata.
Davanti al Calvario e alle sue cinque croci, si faceva una piccola via crucis.
Madonna e Gesù morto vicini, Era un momento bellissimo. Era come respirare gioia e tristezza nello stesso momento.
Ci si incamminava fino alla piazza dove ci si fermava, per poi rientrare la Madonna nella Chiesa Madre, e il Cristo morto nella chiesa di San Tommaso con i loro cortei. Per noi ragazzi era stato un giorno faticoso, ma pensavamo già al giorno dopo: il sabato Santo. 

Venerdì Santo 2017
Foto Francesco Chiorazzi


 


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