Storie di Copertina

Storie di copertina

Dë stë tièmbë ‘ndi cæsë accëdiènë u puòrchë. Le famiglie radunavano amici, compari e parenti per una festa di buon augurio per quel sacrificio che serviva a sfamarli per un anno intero. “Cu puòrchë cë stæië buònë n’ànnàta sànë” dicevano, con dovuta ragione, perché del maiale non buttavano via niente, nemmeno le ossa da farci la gelatina e, da tradizione, da mettere nel brodo il lunedì di Carnuværë. Puòrchë e Carnuværë viaggiavano tëttùnë, due tradizioni parallele che accompagnavano i giorni dei rigidi inverni di un tempo non tanto lontano. Le famiglie banchettavano, le maschere festose e canterine cu cùpë cùpë bussavano alle loro porte per partecipare o avere qualcosa in dono. “Tènghë na vëgnëcèllë a Sàndë Vìtë, Sàndu Martìnë quànt’è carëcætë” e accummënzævë a fèstë che durava sino al martedì grasso, Carnaluværë, il giorno dell’abbuffata pùrë pi pòvërièllë, perché a quei tempi almeno na puppèttë purë lòrë avièna assaggiæ’.

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Truònë dë vièrnë

di G.D. Amendolara
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Storia inserita in archivio > Storie Chiaromontesi


Nevicata negli anni 80.
Monumento ai Caduti

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La storia contiene termini dialettali
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Il sole di gennaio andava e veniva.
Scopriva le montagne coperte di neve ma non le cime del massiccio, con quelle non riusciva.
Bello, luminoso ma per niente caldo, perché nulla poteva contro le gelate di quegli inverni.
Ricordo bene quando per andare a scuola salivamo le gradinate di Cuccarësë che portano in piazza attenti a mettere i piedi sòpë i pëtrèllë, perché i cordoni erano ricoperti di ghiaccio, e guai a camminare sotto tetti e balconionde evitare la caduta dicannuièrë. E ghiacciate erano le fontane, i tubi dell’acqua, lo zampillo e i panni stesi ai balconi di fèssë.
Gennaio era cosi, un po’ come marzo, ora cielo azzurro e ora completamente coperto da nuvole compatte e bianche, con pochi rovesci, dacché ricordi, ma su cièlë scënnìë attirava su di se tutti gli sguardi…

Nevicata gennaio 1987

Era il 1991, periodo da Cannëlòrë.
Cominciò a nevicare come non accadeva da qualche anno.
Fiocchi grossi che in poco tempo accumularono uno strato che fece ben sperare, tanto che il giorno dopo chiusero uffici e scuole.
All’improvviso al mattino cominciò a piovere e in men che non si dica quasi sciolse tutto il manto bianco che ricopriva Chiaromonte.
Mentre la rassegnazione prevalse sulla gioia, un insolito rumore drizzò le orecchie di tutti. Un tuono che spezzò la pace tipica dell’inverno.

“Truònë dë vièrnë pòrtë a nevë”

dicevano i nostri nonni, e difatti ricominciò a nevicare copiosamente.
Ne cadde tanta, uno strato di circa sessanta centimetri che per il peso fece saltare la corrente, tanto che a casa nostra ospitammo alcuni studenti della scuola infermieristica rimasti al freddo e al buio.
Il mattino dopo, con le scuole rimaste chiuse, ragazzi e ragazze scatenarono la loro felicità fuori casa, chi a farsi la guerra di palle di neve in piazza, chi a gareggiare allu pënnìnë du Cummèndë con slittini fatti di sacchi di plastica, tabelle dei gelati e altri materiali alla mano e chi semplicemente a passeggiare mentre, con non poche difficoltà, dalla chiesa usciva un funerale…


Nevicata gennaio 1993.
Quell'anno in un mese nevicò abbondantemente
ben due volte.
Fotogramma da video dell'archivio
video fotografico Fam. Franco Amendolara

Di neve ne cadeva tanta a Chiaromonte, anche più volte nello stesso inverno, senza pensare al disagio che provocava, ma felici del miracolo che donava soprattutto agli ulivi, alle vigne e a tutte le terre da coltivare.
Un tempo la prima neve cadeva già nella seconda metà di novembre, tanto che spesso raccoglievano le olive accendendo falò tra le piante per scioglierla e non morire di freddo.
Si ricorda spesso la famosa nevicata del 56, ma memorabili furono anche quella del lungo inverno del 1971 e tra il 1985 e 1986, per non parlare degli anni 30 del secolo scorso testimoniata da una foto che più volte ho pubblicato.
Oggi la neve che veste di bianco Chiaromonte spesso va via in un nonnulla. Alimenta tanta nostalgia e riaccende mille ricordi in noi che in quella neve alta e soffice abbiamo vissuto tra i momenti più belli della vita nostra e del nostro amato paese.

Parco Torri della Spiga.
Metà anni 90


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1 commento:

  1. Ricordo bene quegli anni. Sopratttutto la gioia delle mamme quando noi tornavamo a casa zuppi di acqua per la troppa neve. Magari e si potesse tornare indietro peropwr fortuna esistono i ricordi che già lo fanno

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