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U MUNACIÈLLË, storia e leggenda nel folklore Chiaromontese

di G.D. Amendolara
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Storia inserita in Archivio > Arræsë u fuòchë


Povera quella creatura innocente volata in cielo senza battesimo.
Munacièllë torna in terra, pronto a sfogare il tormento che lo tortura.
È piccolo, proprio come un bambino, e porta fisso in testa un cappuccio rosso a punta come quello dei monaci. Cosi lo descrivono le testimonianze.
Prende dimora e si nasconde nel buio dei solai delle case di chi piange il nascituro trapassato senza il primo sacramento, disturbando ogni attimo della loro vita.
Di giorno rivela la sua presenza camminando, correndo, saltellando e spostando cose, proprio come un bambino dispettoso, e sempre nascosto nel solaio.
Di notte, invece, appena le vittime cadono nel sonno profondo, dal solaio esce ed è ancor più tremendo delle ore diurne.
Saltella sulle loro pance trasformando i loro sogni in incubi e, non contento, scompiglia ogni angolo della casa. Nel peggiore dei casi provoca carestie e indispettisce gli animali di famiglia portandoli fino alla pazzia e anche alla morte.
Cambiare casa per allontanarlo è inutile. Ad essere maledette non sono le quattro mura:

“Addò væië tu”, chiese il capofamiglia accortosi du munacièllë dietro di loro
mentre raggiungevano la nuova dimora.
“Dove vado? Con voi… non si cambia casa?”
rispose dispettoso e indispettito l’esserino malefico.¹

È una maledizione u munacièllë, ma a differenza delle simili per scacciarla non abbisogna ne di preghiere e tantomeno di riti e formule magiche.
Basta colpire il suo punto debole, quindi privarlo del cappuccio rosso a punta.
Indebolito chiederà indietro il suo cappuccio con suppliche, lacrime e tante bugie.
Cedere al suo falso dolore rendendogli il cappuccio lo incattivisce.
Resistere, seppur difficile, lo condannerebbe alla morte, privandolo anche del piccolo tesoro che nel cappuccio nasconde…

In questo scorcio della Chiazzolla
hanno luogo diverse storie legate
alla figura du munacièllë.
Foto Agnesina Pozzi
La leggenda du munacièllë si perde nel tempo anche a Chiaromonte.
Risale probabilmente all’epoca dei romani, enfatizzato poi dalla forte influenza partenopea sui nostri usi e costumi.
U munacièllë appartiene alla vastissima famiglia di folletti e gnomi del folklore italiano ed europeo, e su di esso, come per i suoi simili, di storie se ne narrano a bizzeffe anche in paese.
In molte di queste è collegato ai bambini dove in alcune è benevolo e giocherellone. In altre appare ai bambini per indispettirli quando sono disobbedienti, e in altre di loro è preda quando cercano di rubargli le monete d’oro che conserva nel cappuccio rosso a punta.

“Viè quǽ’” mi chiedeva la nonna. “Së alluònghë a cæpë ‘nda fucàgnë vìdësë o pièdë du munacièllë”.

Sotto il castello
uno dei posti dove dicono
si veda u munacièllë 
Come u papònnë e u mammònë, anche u munacièllë pare frutto della fantasia degli adulti, sempre pronti a spaventare i bambini vivaci e indisciplinati.
D’altronde egli stesso è un bambino, un’anima innocente reincarnata pronta a vendicarsi contro chi, incurante, gli ha negato il paradiso.
È una creatura del buio, ripudia la luce.
Nel nostro folklore non è benevolo, assolutamente no, nemmeno quando lo raccontano in compagnia dei bambini.
È persino messaggero della morte, annunciandone l’arrivo mostrando i suoi piedi fuori o dentro le case, che siano o no maledette dalla sua presenza.
Quindi può anche non avere vittime prescelte?
No, ma anche si, da come narrano le testimonianze raccolte.
C’è chi lo narra fuggitivo e morente appena perduto il cappuccio, e chi racconta di averlo visto aggirarsi tra la Chiazzolla e San Tommaso, dove si rifugia in attesa di nuove case da tormentare.
Come sempre, anche pu munacièllë la verità sta nel mezzo, e sino a prova contraria rimane frutto della fantasia dei nostri avi, una leggenda che in questi tempi non trova posto tra i nostri interessi.
Ma se vi dicessi che più di una testimonianza recente attesta esattamente il contrario? Che le leggende, infine, hanno sempre quel pizzico di verità che riemerge quando meno te lo aspetti?
Chiacchiere, direte.
Spiegatemi allora i rumori provenire dal piano di sopra, gli oggetti a terra ritrovati al mattino, le reazioni anomale che spesso riscontriamo negli animali e altre coincidenze che accadono tra le mura di casa.
Mistero? O semplicemente la mano di un esserino che porta fisso in testa un cappuccio rosso a punta?

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Note
1. Storia narrata in Chiaromonte. Economia, amministrazione pubblica, cultura di F. Elefante 1990


Fonti
- Chiaromonte. Economia, amministrazione pubblica, cultura di F. Elefante 1990
- Archivio storico personale
- Notizie varie sparse sul web

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