Ottobre 2024 mese dedicato a Zë Giuànnë “u ‘Mbrònë” Cuccarese

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E pùrë goië pìscë a gallìnë

Di G.D. Amendolara
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Storia inserita in Archivio > Tradizioni
Tempo di lettura: 2 min.


Questa che stai per leggere è una storia esclusiva di
Chiaromonte e le sue Storie






O lavastrùnë
Foto Agnesina Pozzi
Giugno,
il mese della pioggia pomeridiana, proprio come quella di maggio che rendeva l’estate gradevole e non calda come quelle degli ultimi anni.
Puntuale, quasi tutti i giorni, tra le tredici e le quattordici, un tuono in lontananza faceva esclamare a papà “e pùrë goië pìscë a gallìnë”, un modo di dire Chiaromontese quasi del tutto perduto, ma sempre presente a casa mia.
Poche le volte che la si vedeva sfiorare il paese, cadendo sul Sinni o su Caramola, ma se di solito scendeva dolce, bastava un fulmine e “apriti cielo”, e a garavièllë l’avrebbe gettata, che o lavastrùnë avrebbero bloccato tutti in casa.
Di rado, però, al rumore della pioggia e del fruscio dell’acqua che scorreva copiosamente, un ticchettio appëzzutævë o rècchië di tutti, ed era la grandine che faceva il suo ingresso.
“Povërë Crìstë” esclamava la nonna, rivolta ai contadini che duramente lavoravano agli orti che cominciavano a dare i loro primi frutti, perché, seppur non una grandine di grosse dimensioni (la ricordo sempre piccolissima) se abbondante i suoi danni ai raccolti li avrebbe provocati ugualmente.
A quel punto, sia la nonna che papà e mamma, radunavano noi piccoli alla porta e praticavano un rito:

"Si narra che al cadere della grandine gli adulti ne raccolgano dei chicchi per farli poi mangiare ai bambini.
Una volta messo il chicco in bocca, col segno della croce e le loro anime pure e senza peccato, avrebbero scongiurato il peggio".


Un rito di origine antichissime che non riesco a trovare in alcuna ricerca, ma che attuavano anche i miei nonni paterni e non solo, che faceva sentire noi bambini come supereroi pronti a salvare il mondo e che oggi è del tutto perduto, uno dei tanti che un tempo facevano parte della nostra gente, della loro quotidianità che qui raccontiamo e ricordiamo affinchè nulla più vada perduto cosi che ritorni l’orgoglio di appartenere ad un popolo, quello Chiaromontese, uno dei più antichi della storia del Mondo.


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