Maggio 2024, Chiaromonte e le sue Storie dedica il mese ai lavoratori Chiaromontesi

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Lo zampillo - parte 1

Storia di un simbolo generazionale
(e della trasformazione di Chiaromonte negli anni 60)

di G.D. Amendolara
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storia inserita in archivio> Chiaromonte
Tempo di lettura stimato: 2 min.



Cartolina di fine anni 50. Ed. Figundio
Da notare il primo cambiamento di Chiaromonte
con la realizzazione del Palazzo degli Uffici.
Tutto il resto era campagna.


Il secondo dopoguerra non si presentò per niente facile per Chiaromonte.
La ripartenza verso una nuova epoca trovò non poche difficoltà ad ingranare la marcia, tra povertà diffusa ed emigrazione di massa verso le grandi città del nord Italia.
Il meccanismo ebbe il primo cenno di sblocco a metà degli anni 50 con la realizzazione del Palazzo degli Uffici, dove vennero raggruppate tutte le sedi istituzionali presenti in paese e che, oltre ad essere la prima opera moderna realizzata nell’intera regione, diede finalmente inizio al miglioramento del paese.
La nuova zona in trasformazione.
Fine anni 60

Si proseguì con la realizzazione del plesso delle scuole elementari e dell’ospedale poi, opera che diede un nuovo volto ai confini di un centro storico all’epoca mal conservato e poco curato.
La vasta area (da Santa Lucia sino a sotto il Monumento ai Caduti) subì una trasformazione epocale.
Strade asfaltate e percorribili da qualsiasi mezzo a motore sostituirono quelle mulattiere, e di nuove ne vennero realizzate per facilitare il collegamento con i paesi limitrofi.
Dalla terra estratta per la costruzione del Palazzo degli Uffici e dall’adattamento della strada, il comune decise di realizzare un parco comunale “la villetta”, che col parco del Monumento divenne punto d’incontro e di gioco per bambini e ragazzi.
Nel giro di pochi anni quella zona (sino ad allora campagna) divenne parte integrata del paese con abitazioni (due Ina Casa) e persino le sedi di SIP e Enel.

Cartolina primi anni 60. Ed. Vozzi
Da notare sulla destra dove venne realizzato
il parco comunale, la villetta

L’alberatura della strada che dall’ospedale porta al centro storico, e in essa e nella villa l’installazione di panchine e di sedute di pietra e cemento, ne fece il nuovo passeggio dei chiaromontesi, i quali trovarono nel chiosco dell’ospedale e di un bar lungo la strada (entrambi sorti tra fine anni 70 e inizio anni 80) due nuovi punti di aggregazione diversi dai classici già presenti in paese.
A rendere ancora più grazioso il posto fu uno zampillo posizionato al centro dell’incrocio sotto la villetta, circondato da un piccolo giardinetto con piante e fiori cosi da fungere da rotatoria come intersezione tra Santa Lucia, la strada che continua verso il paese e l’altra che scende verso Santa Maria (Cimitero e ponte du Zëccawuìë),
Con la realizzazione delle case popolari in contrada San Pasquale¹, decine di famiglie ebbero gli appartamenti assegnati, e lo zampillo, sin dagli inizi degli anni 80, divenne punto d’incontro, e non solo, tra i ragazzi dei due centri abitati.

Lo zampillo

Gli anni passarono.
Aprirono e chiusero decine di attività nel corso, venne inaugurata anche la nuova sede dell’ufficio postale, e sorsero nuovi edifici, tra i quali il mercato coperto, cosi che la zona divenne a tutti gli effetti zona del paese e non più campagna.
Cambiarono tante cose, in meglio e in peggio.
Cambiò Chiaromonte, ma lo zampillo no, seppur abbellito, seppur attorno a lui tante cose modificate.
Lui è rimasto lì, fermo e immobile, cosi come lo sono i nostri ricordi e il nostro legame verso di esso, perché non è cosa qualunque, non solo un pezzo di pietra posto là in mezzo.
È storia, la nostra, di noi ragazzi nati tra gli anni 70 e gli anni 90. E che storia…

Continua...






Curiosità

Dove è posizionato lo zampillo, con tutta l’area della posta e dell’INA Casa (casa Cëccìllë u portalèttërë) un tempo era chiamata Arië dë Mënghìllë, uno dei punti dove si seminava il grano ai confini del centro abitato

Alla fine degli anni 80 venne inaugurata la nuova sede dell’ufficio postale

Alla fine degli anni 80 vennero ultimati i lavori di quello che sarebbe dovuto divenire l’asilo nido, ma fu sede della direzione didattica prima e del Corpo Forestale poi.

Nella nuova zona, quindi tra la villetta e l’ospedale, vennero aperte:

Tra il palazzo degli uffici e la villa due pizzerie (La Terrazza, che divenne a metà anni 90 un club e poi sede di un partito politico, e “La Villetta” di Luciano Sarubbi), un bar (degli amici, negli stessi locali de La Terrazza), negozi di abbigliamento e di informatica

Zona ospedale il chiosco (Snack Bar), un negozio di fiori (collegamento), il tabacchino, un armeria e un negozio di calzature (mercato coperto, che per anni fu sede della scuola infermieri e anche di uno studio oculistico)



Note

1 - San Pasquale era considerata contrada, cosi fino agli inizi degli anni 2000.




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